Km 20 (2017 - 2018)
“Non si può dire di aver visto a fondo una cosa fintanto che non la si è fotografata cogliendone così un’infinità di dettagli che sarebbero passati inosservati”
Emile Zola
Lasciamo lo sguardo assonnato del primo mattino dall’asfalto della strada che collega il capoluogo Trentino alla valle di Non al Km 20 e inoltriamoci nella zona paludosa della Rocchetta.
In un istante un miracolo avviene, l’impronta dell’uomo scompare, ti avvolge la natura silenziosa e l’odore del biotopo.
E’ come trovarsi in un altro mondo che si estende per circa 88 ettari tra alte forre e valloni, densi d’ombra e misteri.
Qui c’è la selva, con la sua architettura ariostesca, l’intrico dei fusti, ceppaie che sembrano sculture e si affollano e deperiscono.
I fusti di salice bianco non ceduati muoiono e cadono, avvinti dal muschio e dall’edera. L’intemperia inizia il suo lavoro, e l’atmosfera è quella suggestiva e innaturale di un bosco fatato, con la vita nascosta dove le impronte disegnate sul manto nevoso ci portano verso lo scorrere quieto e lento del fiume.
Lo spettacolo è immenso, qui nulla finisce ma tutto si trasforma e quello che ci racconta, è che la natura non è immobile ma dinamica e in continua evoluzione.
In questo mondo l’uomo subisce, inerte, l’inesorabile trascorrere del tempo.